La domanda di energia è crollata in tutto il mondo, dato che conferma – qualora ce ne fosse ulteriore bisogno – il drammatico impatto globale del Covid-19 anche a livello economico.
Non fa eccezione la Colombia, che a dicembre ha registrato un calo del 1,6 per cento (meno 2,6 per cento su base annua) contro un 2019 che aveva visto un aumento di circa il 4 per cento.
È quanto emerge dall’ultimo report rilasciato da XM Compania de Expertos en Mercados, l’operatore nazionale colombiano che gestisce il National Interconnected System (SIN) e il mercato all’ingrosso dell’energia (MEM). Sul fronte generazione, l’analisi evidenzia come nel mese di dicembre 2020 l’80 per cento dell’energia, pari a 158,4 GWh di media giornaliera, sia stata prodotta da fonti rinnovabili; il restante 20 per cento, pari a una media di 39,6 GWh/giorno, da combustibili fossili. C’è da dire che tra le FER il maggiore contributo - praticamente il 98 per cento, pari a 155,2 GWh giornalieri medi - è dato dall’idroelettrico, mentre tra i combustibili fossili è il gas è stato il maggior contributore con il 60,2 per cento, pari a 23,8 GWh di media giornaliera (in crescita dell’1,9 per cento rispetto al mese precedente), seguito dal carbone con il 39,5 per cento (in crescita del 3,5 per cento rispetto al mese precedente).
“Nel 2020 la domanda di energia - ha dichiarato Jaime Alejandro Zapata Uribe, direttore di XM National Dispatch Center - si è contratta principalmente a causa delle misure prese dal governo per prevenire la diffusione del Covid-19 nel Paese. Bisogna andare indietro al 2016 per registrare una diminuzione così netta”.
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