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Della Vedova (+Europa): “Decarbonizzazione e PNIEC? È ora di passare all’azione”

Continua il “dialogo a distanza” tra le nostre forze politiche sui programmi e gli obiettivi al 2030 e al 2050. Nuova Energia ha incontrato Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa.


Il segretario ha spiegato come la barriera forse più critica alla realizzazione degli investimenti previsti nel PNIEC in termini di energie rinnovabili sia la capacità del sistema istituzionale e burocratico di guidare e autorizzare gli impianti necessari.

“Parliamo di una quantità di siti distribuiti di produzione - argomenta Della Vedova -soprattutto fotovoltaica ed eolica, difficili da costruire se non migliorerà il funzionamento del processo autorizzativo (reso complesso dalla concorrenza Stato-Regioni) e l’efficacia decisionale degli uffici della Pubblica Amministrazione”.


“Bisogna passare dalle parole all’azione. Non c’è forza politica - continua il segretario di +Europa - che non si dichiari pro-ambiente e pro-sostenibilità. Ma quando si tratta di pensare alle riforme (fiscali, per esempio) necessarie a favorire la transizione, non mi sembra che ci sia molta capacità d’azione”.

“La conversione ecologica conviene, ma nel breve periodo costa. È promettente, comprende opportunità ma anche rinunce, per esempio la fine di alcune rendite dannose all’ambiente e all’innovazione. È proprio riguardo a questi casi critici che un Governo deve mostrarsi efficace: convincere la società che un obiettivo è complessivamente vantaggioso e salvaguardare ragionevolmente le categorie che nell’immediato sono chiamate a fare gli sforzi maggiori”.


“L’anti-economicismo di un approccio ambientalista basato su no pregiudiziali, con i suoi corollari di ostilità o diffidenza nei confronti del profitto, della finanza, della grande impresa privata, va superato di slancio - conclude Della Vedova - per poter portare le forze ecologiste in Italia al livello di consenso che hanno in altri Paesi simili al nostro. Questo inoltre consentirà di sfidare gli approcci tesi a minimizzare gli allarmi e rinviare il contrasto alle emergenze climatiche e ambientali”.

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