Secondo i dati rilasciati dalla National Energy Administration, in Cina nei primi sei mesi del 2023 sono stati investiti 134,9 miliardi di yuan (circa 15,8 miliardi di dollari) per la costruzione di moduli fotovoltaici. Cifra che fa capire come i pannelli made in China siano i più presenti in ogni parte del globo e che accompagna la crescita della capacità solare installata nel Paese, che raggiungerà i 500 GW alla fine del 2023.
Un dato che pone il Paese al primo posto nel mondo, con circa il 40 per cento della capacità globale, staccando di molto il secondo, gli Stati Uniti, con 145 GW pari a circa il 12 per cento su scala mondiale. Numeri che in base alle previsioni di Rystad Energy, società di analisi indipendente, sono destinati a raddoppiare in soli tre anni.
Secondo i modelli, infatti, la Cina supererà 1 TW di capacità solare installata entro il 2026. In particolare, si dovrebbero raggiungere i 700 GW nel 2024 e arrivare alle soglie dei 900 GW entro la fine del 2025. Le stesse analisi stimano invece che entro la fine del 2026 gli Stati Uniti, grazie anche agli incentivi promossi dall’Inflation Reduction Act, raggiungeranno una capacità installata totale di soli 209 GW.
Per far fronte alla non programmabilità della fonte solare, il governo di Pechino sta anche incoraggiando lo sviluppo di progetti su scala industriale per la realizzazione di sistemi di stoccaggio, a partire dai pompaggi. Se a giugno 2023 la Cina disponeva di 49 GW di impianti di pompaggio idroelettrico, i modelli di Rystad Energy prevedono l’aumento di tale capacità a 64 GW entro il 2025 e ad oltre 120 GW per la fine del 2030.
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