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BOLLETTE

CER, la comunità che non c’era (e che ancora non c’è)

Tanta energia al Meeting per l’amicizia fra i popoli di quest’anno. Una buona idea, che di certo vede la sua origine nello sguardo degli organizzatori, educato a una lettura attenta della realtà. E la nostra realtà è piena di accadimenti che riportano - direttamente o indirettamente - all’energia come risorsa esauribile, alla sua produzione sostenibile e al suo utilizzo consapevole.

Gli ospiti del convegno «Comunità energetiche e povertà energetica: la democratizzazione dell’energia»

Ed è proprio un nuovo modello di condivisione il punto al centro del convegno Comunità energetiche e povertà energetica: la democratizzazione dell’energia. Ancora CER, Comunità Energetiche Rinnovabili: la democratizzazione dell’energia, un modello locale di produzione e consumo come tentativo di risposta alla sicurezza energetica e all’emergenza climatica.


Tentativo di risposta a cui non si sottrae neppure la Conferenza Episcopale Italiana. Secondo monsignor Filippo Santoro, arcivescovo emerito di Taranto, “il compito della CEI si declina in una proposta concreta: promuovere e incentivare le CER in ognuna delle 25.610 parrocchie presenti sul territorio italiano”. Si parla - potenzialmente - di 5,2 GW complessivi e di una Chiesa costruttrice di comunità col suo impegno nella facilitazione di relazioni, attenta alla valorizzazione delle risorse della natura e della persona, capace di privilegiare nell’agire concreto i più bisognosi.


“Una attenzione a tutti i fattori - conclude Santoro - perché sia possibile la crescita del noi. Le CER non sono un intervento tecnico ma di tipo sociale, relazionale”.

Comunità energetiche pilastri di un sistema elettrico decentrato, resiliente e solidale. Questa è la visione di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, che ha già stanziato 14 milioni di euro per sostenere le CER.


“Siamo la prima regione italiana come capacità installata per eolico e fotovoltaico. In questo senso, vediamo nel repowering una grande opportunità: ammodernare gli impianti ed efficientarli. Serve però un grande sforzo di semplificazione nel permitting”.

Le competenze nella gestione dell’energia rispetto alla rete sono fondamentali, soprattutto quando i flussi sono intermittenti, bidirezionali e distribuiti sul territorio. Digitalizzare i processi diventa cruciale per la stabilità. È questo il ruolo che spetta all’impresa secondo Fabrizio Iaccarino, responsabile relazioni istituzionali di Enel. “Le CER sono una straordinaria opportunità che consente a chiunque di partecipare a questo cambio di paradigma. Tutti siamo protagonisti, Enel è l’abilitatore”.


Che cosa manca, dunque? Resta aperto il tema della regolazione: questo nuovo mondo - e modo di produrre e consumare - va accompagnato da regole nuove da emanare con velocità. Il PNRR assegna alle CER 2,2 miliardi con misure incentivanti che si sommano a misure tariffarie a fondo perduto. I soldi ci sono, ma questo cumulo di benefici ha suscitato qualche perplessità in Commissione Europea, da cui stiamo aspettando il via libera.


“Nasce da qui il ritardo nella pubblicazione dei decreti attuativi - ha dichiarato Mario Antonio Scino, capo di gabinetto del MASE. L’11 settembre scadranno i termini per la nostra risposta; stiamo organizzando una delegazione per andare a risolvere la questione in presenza”.

Le CER rappresentano un importante volano anche nell’ambito del nuovo PNIEC. “Rispetto alla versione 2019 - conclude Scino - si tarano gli obiettivi su target più realistici. Sparare numeri è facile ma non si può pensare di elettrificare tutto”.



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