Il teleriscaldamento rappresenta un valido alleato nel risparmio di CO2 all’interno dei centri abitati e nell’incremento della capacità di generazione green, in linea con la politica energetica contenuta nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima.
Il lockdown ha infatti mostrato come il traffico veicolare non sia l’unico responsabile dell’inquinamento dell’aria.
“Il teleriscaldamento può essere una risposta al problema” dichiara a Nuova Energia Ilaria Cannata, presidente del Consiglio di gestione di CogenInfra, società che ha acquisito il 71 per cento delle azioni della società di teleriscaldamento di Valtellina, Valchiavenna e Valcamonica, diventandone l’azionista di maggioranza.
“Per sua natura il teleriscaldamento consegna agli edifici riscaldati da questa tecnologia il prodotto finito, cioè il calore, senza agenti inquinanti e gas serra, ed eliminando completamente la necessità di acquistare una nuova caldaia ogni 10-12 anni. Inoltre, le tecnologie di miglioramento dell’ambiente con il teleriscaldamento sono tutte concentrate sulla centrale, quindi facilmente monitorabili e regolabili dalle Autorità”.
CogenInfra ha deliberato investimenti per oltre 4,5 milioni di euro per interventi di rinnovamento e revamping delle centrali e per l’estensione delle reti gestite. Ma cosa serve al settore per far emergere appieno il suo potenziale in Italia?
“Serve coraggio da parte del Governo, sia nazionale che locale - conclude Ilaria Cannata - affinché si affermi nei contesti urbani la tecnologia del teleriscaldamento, che non ha eguali in termini di efficienza, sicurezza e sostenibilità e che si presta a ospitare e integrare facilmente le tecnologie del futuro come l’idrogeno”.
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