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POLITICA ENERGETICA

Autoconsumo, ovvero energia a km zero: il gioco vale la candela?

Con la RED II, la Direttiva europea sulle rinnovabili, sono entrati in scena sul mercato

elettrico nuovi soggetti: gli autoconsumatori collettivi e le Comunità Energetiche

Rinnovabili (CER) che, secondo un recente studio dell’Energy&Strategy Group del

Politecnico di Milano potrebbero assumere dimensioni rilevanti.


Con la consueta sagacia Giuseppe Gatti, columnist di Nuova Energia, ne analizza genesi e

ratio nell’editoriale pubblicato sul numero attualmente in distribuzione. “Alla loro origine –

spiega Gatti - abbiamo una forte spinta nei Paesi del Nord Europa, soprattutto nelle aree

rurali con una debole magliatura della rete di distribuzione e insieme con un sostenuto

sviluppo di rinnovabili non programmabili, eolico e fotovoltaico, a realizzare strutture

cooperative di condivisione della produzione e della gestione dell’energia. Questo per

garantire un maggior assorbimento in sito dell’energia prodotta - riducendo il problema

della gestione delle eccedenze - e insieme una più elevata sicurezza nella distribuzione

locale e, in ultimo, per conseguire dimensioni adeguate a presentarsi sul mercato”.

Modello che comporta però un impegno non indifferente da parte dei partecipanti alla

comunità, ma anche al condominio autoconsumatore collettivo, se si vogliono sfruttare al

massimo le opportunità: seguire e gestire i propri consumi, programmare riscaldamento e

raffrescamento, illuminazione, elettrodomestici e device vari.

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