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Giana (ATM): “Finanziamenti al tpl? Superiamo il criterio di distribuzione”

LaREd

“Il criterio di distribuzione dei finanziamenti nel trasporto pubblico deve superare il

concetto di distribuzione storica su base parametrica. Si tratta di progetti complessi, con

costi di investimento molto alti: va privilegiato il finanziamento dei progetti e non

l’ampiezza dei bacini di trasporto o il chilometraggio. Concentriamo le risorse dove i

progetti ci sono, sono completi e hanno un orizzonte temporale di medio-lungo termine”.


Così si è espresso Arrigo Giana, direttore generale ATM, a margine dell’incontro organizzato da GREEN - il centro di ricerca sulla geografia, le risorse naturali, l’energia, l’ambiente e le reti dell’Università Bocconi - per presentare scenari e prospettive dell’elettrificazione del trasporto pubblico su strada.

Attraverso un’innovativa analisi di benchmark, il centro di ricerca - in collaborazione con

Enel Foundation - ha infatti sviluppato una metodologia che permette di analizzare

differenti modelli gestionali e alternative di alimentazione (diesel, full electric, CNG, GNL,

biometano e idrogeno) per il tpl, con scenari al 2025 e al 2030 in una logica TCRO (Total

Cost and Revenues of Ownership). Oltre ai costi di investimento e a quelli operativi, sono presi in considerazione anche i possibili ricavi derivanti dalla valorizzazione a fine vita delle

batterie e dal bus2grid.

“Lavori come questo risultano decisivi - ha proseguito Giana - in un frangente nel quale le aziende del tpl, che hanno culture molto conservative, stanno prendendo decisioni cruciali spesso senza avere tutte informazioni necessarie. Il tema delle competenze è essenziale: il settore soffre di una serie di carenze strutturali complessive”.

ATM, l’azienda di trasporto pubblico milanese che gestisce anche la rete metropolitana di

Copenhagen, tre anni fa ha fatto una scelta radicale: elettrificazione. Un processo che culminerà nel traguardo full electric per tutta la flotta entro il 2030. Una scelta industriale non banale, perché di fatto non significa sostituire un autobus ma cambiare i processi, oltre che le competenze progettuali e manutentive.

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