In Europa la transizione energetica è avviata e la capacità rinnovabile installata cresce esponenzialmente ogni anno. Ma quando si tratta di adattare l’infrastruttura di rete del continente europeo al trasporto di elettroni verdi, i progressi sembrano più lenti.
Serve una pianificazione proattiva della rete europea, così come la regolazione è chiamata a cambiare, per offrire agli operatori dei sistemi di trasmissione incentivi che premino questo tipo di pianificazione efficiente. È necessario che tutti gli attori del settore energetico lavorino insieme in modo più collaborativo per integrare le FER nella rete europea. Lo spiega Alfredo Parres, Head of Renewables di Hitachi Energy, in un’ampia intervista sul numero in distribuzione di Nuova Energia.
“Gli investimenti sulla rete si stanno facendo. Il punto è la velocità, perché il tempo di sviluppo di un progetto rinnovabile è molto più stretto di quello di una rete. Questo gap all’inizio non era così importante, perché c’erano pochi impianti. Adesso, con la velocità di incremento delle FER, la questione è diventata veramente una sfida”.
Una sfida che bisogna vincere. Come? “Innanzitutto si deve migliorare la collaborazione tra chi si occupa di generazione e i TSO. Tipicamente gli operatori della trasmissione fanno la pianificazione degli interventi e degli investimenti con piani di 5-10 anni. In Europa, per esempio, ENTSO-E gestisce il Ten-Year Network Development Plan che è un processo ben conosciuto, pubblico, e ogni due anni si attualizza. Ma questo processo è sufficientemente flessibile per integrare i cambiamenti che ci sono nelle politiche o l’accelerazione a cui si assiste sulle rinnovabili?”.
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