La chiusura forzata nelle proprie abitazioni per cercare di frenare il diffondersi della pandemia ha causato, a livello globale, un aumento dei consumi di energia elettrica nel mercato domestico.
Non ha fatto eccezione la Nuova Zelanda, dove però si è assistito anche a una diminuzione dei prezzi. In particolare, nell’ultimo trimestre del 2020 il costo medio della bolletta per i neozelandesi ha toccato il minimo storico degli ultimi 10 anni. I dati più recenti forniti dal Ministry of Business, Innovation & Employment (MBIE) riportano una riduzione media della bolletta energetica domestica di circa 126 dollari/anno (circa 75 euro) rispetto al costo medio di cinque anni fa. Basata su un consumatore con un utilizzo di 22 kWh al giorno, l’analisi ha stimato un costo medio annuo di 2.113 dollari neozelandesi (1.247 euro) per un consumo di elettricità totale di 8.000 kWh.
“A livello nazionale – ha dichiarato Daniel Griffiths, manager of Markets, Evidence and Insights di MBIE – nonostante un aumento dei consumi domestici, la domanda di elettricità totale è diminuita del 2 per cento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente”.
Lato produzione, nell’ultimo trimestre del 2020 l’elettricità generata dal carbone è aumentata del 39 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019 e quella da gas del 13 per cento. Inversamente, la quota generata da fonti rinnovabili è stata del 77 per cento, in calo rispetto all’81 per cento dello stesso periodo dell’anno precedente.
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