Accumulo a batteria: BESS, sorpresa col botto (episodio 3)
- ACCUMULI
- 12 mag
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Stando ai numeri dell’EPRI, all’aumento della diffusione dell’accumulo a batteria (BESS) non corrisponde uno stesso aumento nel numero di incidenti: dal 2018 al 2023 sono solo 10 in media, globalmente. Tuttavia, la percezione da parte dell’opinione pubblica è diversa…

L’effetto positivo della lunga lista di benefici dei sistemi di accumulo a batteria (BESS), almeno negli USA va in fumo in un attimo - è il caso di dirlo - con l’incendio a Moss Landing, sulla baia di Monterey, California. L’effetto sull’opinione pubblica è deleterio: la percezione di una tecnologia chiave per la transizione ne esce con le ossa rotte. Da manna dal cielo per l’energia verde a bombe pronte ad esplodere, il rischio di incendio delle batterie è sotto esame e la reputazione dello storage grid-scale è inevitabilmente macchiata di nero.
La paura non tocca solo gli USA. Il 10 febbraio parte una campagna contro il progetto di un sito di storage targato NatPower nello Yorkshire rurale, UK, riferisce la BBC. I residenti della zona sono spaventati dal rischio di incendio, valutato intorno al 27 per cento, sulla base di un report di 33 pagine che include presunte violazioni di parametri chiave come distanze tra i container e la disponibilità di acqua in loco. L’azienda respinge le accuse ma il progetto rimane fermo in attesa di aggiornamenti al design del sito e alle unità-batteria (nel momento in cui scriviamo il progetto è ancora fermo e la lista degli oppositori è salita a 1.000). Al rischio incendi si aggiungono i timori per la perdita di terreni agricoli e il danno al paesaggio che renderebbero il progetto incompatibile con il contesto rurale.
Stesso destino per il progetto di Marine Park, New York: i cittadini temono una “Chernobyl in miniatura” in caso di incendio. Parte la mobilitazione: la presenza dei Tesla Megapack, coinvolte in numerosi incidenti, non è un buon biglietto da visita. Ancora peggio la scelta del sito, separata dall’abitazione di alcuni residenti del quartiere solo da una recinzione spessa una mano. I fumi tossici in caso di incidente si riverserebbero su una popolatissima Brooklyn.
L’azienda energetica assicura che le dimensioni del progetto community scale assicurerebbero un buon margine di sicurezza, rispetto ai massicci impianti grid-scale. Ma ormai il danno è fatto; la reputazione delle batterie sembra compromessa a lungo termine. La colpa è di Moss Landing, o meglio dei livelli di nickel, manganese, cobalto aumentati di 1.000 volte su una zona che si estende fino a un rifugio naturalistico. Si teme anche per la penetrazione di tali sostanze nei terreni agricoli e nella catena alimentare.
I movimenti against battery storage si moltiplicano. I progetti messi in pausa da ordinanze di divieto o rallentati dai movimenti di cittadini non possono dunque ancora contribuire all’enorme fetta di storage necessaria per la transizione. Si adocchiano chimiche nuove per le batterie, si lavora sull’informazione e sulla diffusione delle statistiche corrette sui rischi di incendio, si chiedono maggiori controlli.
Basterà? Per toccare quota 1.500 GW di storage, sicuramente le batterie non bastano. Tecnologicamente, servirebbe una sorpresa. Ma senza botto.
Carolina Gambino
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