Oltre a recuperare energia dai rifiuti, il primo impianto su scala industriale di produzione di biometano da gas di discarica contribuirà all’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, alla decarbonizzazione dei trasporti e a diminuire le importazioni di gas naturale.
Sempre caro mi fu quest’ermo colle… Forse, non proprio lo stesso sentimento dei genovesi nei confronti del Monte Scarpino, luogo di una controversa discarica. E nemmeno il nostro, fiaccati dagli interminabili tornanti che ne caratterizzano la strada e che ti tolgono il fiato.
Ma così come il magnifico panorama sul golfo - e la squisita focaccia alle cipolle che ci aspettava - anche il nuovo impianto realizzato e gestito da Asja su concessione di AMIU Genova sembra proprio lì per riabbracciare il territorio e il suo ambiente.
Esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privato, nei giorni scorsi è stato formalmente inaugurato la prima struttura in Italia su scala industriale - e al momento ancor l’unica - per la produzione di biometano da gas di discarica. Asja, società che progetta, costruisce e gestisce impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, in un’ottica di economia circolare ha infatti riconvertito l’impianto di produzione di energia elettrica esistente da 11,2 MW in uno più avanzato per la produzione di biometano. Entrato in esercizio a fine 2020, con una capacità di 1.500 metro cubo/h di biogas in ingresso, si compone di due sezioni: una per la produzione di biometano avanzato e una per la produzione di energia elettrica a servizio dell’impianto di upgrading.
“Questo impianto - ha dichiarato Agostino Re Rebaudengo, presidente di Asja - ci consente di produrre biometano come valorizzazione energetica del biogas da discarica, rafforzando la nostra presenza nel settore delle energie rinnovabili per contribuire al raggiungimento degli obiettivi globali al 2030 e proseguendo una attività in cui siamo leader da 25 anni”.
Dotato di un sistema per la captazione e il trattamento degli off-gas e di un programma di controllo e monitoraggio costante del processo, da quando è entrato in esercizio alla fine del 2020 l’impianto ha immesso oltre 2 milioni di metri cubi di biometano nella rete di trasporto Snam. Una volta a regime, produrrà 5.500.000 metri cubi di biometano l’anno, che potranno soddisfare il fabbisogno di quasi 3.700 famiglie, con un risparmio pari a 4.510 tonnellate di petrolio.
“Questo impianto – ha dichiarata Matteo Campora, assessore all’Ambiente del Comune di Genova - è la prova del percorso intrapreso dal Comune di Genova e AMIU verso una gestione del ciclo dei rifiuti che guarda sempre di più alla sostenibilità“.
Sorta nel lontano 1968, ora Monte Scarpino si appresta a diventare un vero e proprio Polo Impiantistico dove, grazie all’impianto TMB (trattamento meccanico biologico) e a quello di depurazione del percolato con produzione di solfato d’ammonio che saranno realizzati da AMIU, sarà possibile risolvere le storiche problematiche della riduzione del conferimento dei rifiuti in discarica e dell’inquinamento atmosferico e dell’acqua.
Le ultime rilevazioni di ISPRA (2019) indicano in 305 il numero delle discariche presenti sul territorio nazionale, spesso - termine che nell’accezione italica significa sempre - contestate in nome dell’ambiente e dell’utopico principio ricicliamo tutto. Una visita a Monte Scarpino, nonostante i tourniquet, ci sembra proprio necessaria…
Scarica lo schema dell'impianto
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