Un recente rapporto rilasciato dall’International Energy Agency (IEA) stima che l’eolico offshore, non solo quello galleggiante, potrebbe generare elettricità 11 volte più del fabbisogno mondiale e attrarre 1 trilione di dollari in investimenti entro il 2040.
In Asia, il Vietnam con 3.000 km di costa, fondali bassi e una velocità del vento elevata e costante rappresenta una delle zone in cui migliori sono le condizioni per sviluppare tali progetti. Potenziale che viene stimato in 160 GW dalla Danish Energy Agency (Energistyrelsen) e addirittura in quasi 600 GW dal World Bank Group (WBG), che nel luglio 2020 ha commissionato uno studio ad hoc per lo sviluppo dell’eolico offshore nel Paese.
Condizione indispensabile è però un adeguato quadro normativo; solo così si potrà dare sviluppo a un’industria in grado di creare non solo posti di lavoro e crescita economica, ma anche una quantità significativa di energia rinnovabile.
La Danimarca, che dal 2009 a oggi ha concesso al Vietnam 60 milioni di dollari in aiuti a fondo perduto per progetti nel campo dell’energia e del contrasto ai cambiamenti climatici, ha dato il via quest’anno alla terza fase del programma di partenariato bilaterale per la cooperazione nel campo energetico, che proseguirà sino al 2025, e che prevede un focus proprio sul comparto dell’energia eolica offshore. Secondo il Global Wind Energy Council (GWEC), la zona dell’Asia-Pacifico ha rappresentato nel 2020 il 60 per cento della nuova capacità installata a livello globale.
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